Durante il festival di Sanremo di questi giorni, un gravissimo lutto colpisce il cantante dei Ricchi e Poveri, Franco Gatti. Il figlio viene trovato morto nella sua casa in Liguria. La notizia fa il giro d'Italia in un battibaleno, naturalmente. Un evento tragico che ieri, in home, corriere.it titola così: Muore di overdose il figlio di Franco il «baffo» dei «Ricchi e Poveri».
Il link del titolo rimanda naturalmente a un pezzo interno: questo. Dove però, sorpresa (si fa per dire), la notizia assume toni molto diversi. Il titolo intanto, incentrato sulle conseguenze per il festival di questa scomparsa: Muore il figlio di Franco il «baffo» dei «Ricchi e Poveri»: esibizione cancellata.
Il pezzo poi riporta le dichiarazioni di Gatti padre. «Mio figlio aveva il terrore degli stupefacenti. Si sta infangando la memoria di un ragazzo di 20 anni. Negli ultimi giorni aveva avuto problemi di intestino e stomaco. Chissà, forse, è stato vittima di un attacco di cuore. Aspettiamo l'autopsia».
Adempito al compito di dar voce alla difesa, chiamiamola così, il Corriere poi te la racconta giusta. La verità, insomma. Questa: "Gatti ha sostenuto che a casa del figlio la Polizia Scientifica non ha trovato tracce di droga in casa. In realtà le agenzie di stampa riferiscono che sono state rinvenute tracce di una polvere bianca su un tavolo. Ma non si sa ancora di che sostanza si tratti, sono in corso le analisi di laboratorio". Analisi che però, stando a quanto riporta TGcom, non sono state in grado di accertare se effettivamente la polvere bianca di cui sopra fosse effettivamente cocaina o altra sostanza simile.
Al momento insomma, la morte di un ragazzo di soli 23 anni resta un mistero che solo l'autopsia potrà probabilmente chiarire. A tutti, fuorché al Corriere e ai suoi lettori. Che, evidentemente, già sanno.
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