sabato 31 ottobre 2009

Solo se Guzzi

Devo ammettere che anche a uno come me, che di auto, moto e motori si ne impippa bellamente, la vista della fabbricona della Ferrari a Maranello esercita un certo fascino.

Te la vedi spuntare sotto il naso appena entrato nella cittadina: grande e grossa, grigia e verticale, metallizzata e luccicante come una marmitta.
E anche lasciatala alle spalle, poco cambia: Maranello odora della Rossa in ogni angolo, bar o marciapiede.
Il mito abita qui.
Un mito futurista, d’accordo – zang, tumb, tumb, la potenza dei cavalli come “2000 shrapnels sbracciarsi esplodere” – ma pur sempre un mito. Impossibile non respirarlo.

In quello che è ormai diventato il mio breviario locale, si parla molto della passione per i motori (auto e moto, con nobile indifferenza) degli emiliani.

Un vezzo di pianura forse.
Nelle lunghe vie dritte che traversano le campagne come lame, me li vedo quegli stalloni meccanici sfrecciare a tutta velocità (oggi molto meno, con tutti i controlli elettronici che ci sono).
Tra la via Emilia e il west, appunto.

A tutta birra, magari per raggiungere la propria bella al paese vicino. Che la strana coppia donne & motori forse trovava proprio qui la sua apoteosi: nella improponibile mistura di oli meccanici e tortellini in brodo, cuscini e cuscinetti, grassi animali e lubrificanti vari, cosce e galoscie (e giusto per concludere, anche se c’entra poco: “nebbia e locali a cui dai del tu”).

Forse.

Di sicuro è nato qui il detto davvero programmatico: “Prima la sposi, poi la Guzzi” (rossa pure quella, anche se originaria di Mandello del Lario, su dalle parti del lago di Lecco).

A Modena, in via Paolo Ferrari 85, a poche centinaia di metri dalla Maserati, c’è pure la casa natale del mito in persona.
Lui. L’Enzo. Il Drake (all’emiliana, con la “e” larga, drèik).
La casa con annessa la sua prima officina meccanica che, dicono, in certi giorni emani ancora certi odori di motori spessi come la nebbia che in questi giorni ha già cominciato a calare prepotente giù nella Bassa, fuori città.

Adesso è in ristrutturazione perché ci faranno un museo, e non si può visitare.

E chissà se, una volta pronto, qualche documento riporterà alla memoria quella volta che Ferrari non fece sconti nemmeno al capo del fassismo in persona, il cavalier Muslèn, che ebbe l’arroganza di sfidarlo a bordo di un’Alfa in una disfida iniziata a Modena e conclusa a Sassuolo.
Il Duce mangiò tanta di quella polvere che alla fine fu costretto a piegarsi all’evidenza: “Lei, Ferrari, mi ha dato una lezione di guida”. Che detto da un romagnolo ad un emiliano, è già un bel dire.

Alla Modena della "motoristica" ha reso omaggio perfino un romano come De Gregori, con la bellissima “Viaggi e miraggi”:

E andiamo a Genova coi suoi svincoli micidiali
O a Milano coi suoi terrori settentrionali
Oppure a Modena coi suoi motori fenomenali
O a Bologna, Bologna con i suoi orchestrali
”.

D’accordo - come ho cercato di dimostrare - Modena la racconta anche abbastanza giusta. Ma su Bologna non ci siamo proprio: la Dotta, più che come la città degli “orchestrali”, è nota per essere la città delle tre “t”. Le torri (così falliche), i tortellini e le tette.

Roba veramente carnale.
Tanto che son convinto i modenesi, nonostante la rivalità storica dai tempi della secchia rapita, preferissero rombare coi loro potenti mezzi meccanici verso quelle parti, che a ovest in direzione Reggio e Parma.
In Guzzi naturalmente.

venerdì 30 ottobre 2009

Konrad l'emiliano

Ci sono stato appena qualche giorno fa, raccontando del fantastico delirio di Ettore Guatelli. Oggi scopro che a Ozzano Taro, paesotto sopra Parma verso la montagna, essere eccentrici è la normalità.

Da quelli parti infatti vive il Konrad Lorenz emiliano, il fornaio Flavio Carpi, che da quasi trent'anni scende sulle rive del Taro a trovare i suoi amici animali. I quali, tranquillamente si fanno fotografare da lui.

Il risultato è una straordinaria raccolta di fotografie naturalistiche.


lunedì 26 ottobre 2009

Rutelli si diparte

Francé si accasa da Pierferdi.

Per la felicità domani accenderò un cero alla Madonna.

O, in alternativa, mi farò una cicca nell'unica chiesa di cui sono adepto.

Una dichiarazione d'amore

Bersani ha vinto le primarie del PD.
Buon per lui.
Vedremo.

Tra i vari commenti, riporto un breve stralcio di un articolo di Filippo Ceccarelli, non per quanto scrive a proposito della disfida, ma per come dipinge in quattro parole questa regione che ormai abito da oltre un anno.
Consapevole che nessuna a parte lei, quel gran pezzo dell'Emilia, avrebbe potuto far sentire finalmente "a casa" anche un lombardo-veneto come me.

"(...) ma oltre allo scontatissimo match fra un ex democristiano e un ex comunista, un po' è stato anche un derby di comuni vocali e sibilo di consonanti fra la Salama da sugo di Ferrara e la Coppa piacentina, entrambi eccelsi insaccati, da consumarsi preferibilmente tra nebbie dense, magnifiche piazze monumentali, vecchie biciclette silenziose, ex case del popolo, officine meccaniche di prim'ordine, benessere diffuso, dinamismo economico e un grado di civiltà parecchio superiore al resto d'Italia".

domenica 25 ottobre 2009

Consuma con Maria



Immagini dal progetto "Positivi per la Costituzione", riflessione per immagini sui 12 principi fondamentali della Costituzione.

La sicurezza degli oggetti

L'uomo che vedete qui sotto ritratto (morto da qualche anno) ha trasformato la sua nevrosi in una specie di incredibile opera d'arte (contemporanea).



Per anni, Ettore Guatelli ha raccolto migliaia di oggetti per lo più appartenenti alla civiltà contadina appendendoli alle pareti di casa sua, nel tantativo - ossessivo appunto - di conservarne la memoria.

Il risultato è qualcosa che ha davvero poco a che fare con la classica raccolta di oggetti rurali.
Da qualche anno, la raccolta Guatelli è diventato un museo che racconta meravigliosamente bene il delirio di quest'uomo: assolutamente da vedere.

Il bosco delle cose, così si chiama, si trova in un paese in provincia di Parma, Ozzano Taro.






Ci ho messo una croce sopra

Fatto.

Ho compiuto il mio dovere di elettore di sinistra votando alle primarie del Partito Democratico nella sede modenese di via Balugola 24.

Non che sia entusiasta dei candidati, ma bisogna pur dare una mano a chi un giorno dovrà sostituire il sultano alla guida di questo Paese.

Non è stato difficile.
Una volta individuato il nome, ci ho messo una croce sopra.




PS (o PD): oggi è domenica, anche per i non credenti, sarebbe bene una capatina alla chiesa di Jack Nicholson.

sabato 24 ottobre 2009

Lettera da sotto la pioggia

I miei più affezionati lettori avranno certamente notato che ho poca voglia di scrivere in questo periodo.

E quando è così, meglio astenersi.

Si rischia di sfirulare fuori dal vaso perfino con un semplice commento.
Ad esempio, come quello che ho lasciato proprio oggi su un post del mio amatissimo ex Direttore Matteo Rinaldi: praticamente gli ho scritto che ho già pronto il coccodrillo per il giorno della sua ascensione al paradiso dei grandi giornalisti.

Visto che siamo coetanei, va da sé che lui volerà per primo permettendomi di adempiere all'ingrato onore del pezzo commemorativo: un augurio di quelli da toccarsi i ciufoli per le prossime 24 ore.

Giuro che non volevo: lo so che devo lasciar in pace la tastiera in questi giorni.
E infatti mi guardo bene dal disturbarla. Mi è scappato un ruttino.

Non ho voglia di scrivere, e meno che meno di rispondere alle migliaia di mail che mi intasano la posta lamentando la latitanza di un così importante punto di riferimento per l'opinione pubblica.

Del resto quando non si ha voglia di scrivere, può essere che non si abbiano nemmeno opinioni.

Non so cosa pensare ad esempio del fatto che mentre a destra si va a mignotte, a sinistra ci si diverte coi trans.
Immagino solo che in queste ore un macho come La Russa se la stia ridendo come un matto...

Non ho voglia di scrivere, perciò la finisco qui.

Due brevi note prima di staccare: domani è domenica.
1) Alle primarie del Partito Democratico voterò per Dario Franceschini.
2) In questo giorno, non dimenticare una prece per la Chiesa di Jack Nicholson.


Un'immagine di Edorardo Baraldi.

Emilia dei campi




Emilia della collina




Reblogging Playing for a change

Playing For Change | Song Around The World "One Love" from Concord Music Group on Vimeo.



Ricetta: un tecnico del suono da Grammy, un regista di documentari, alcuni musicisti di strada e alcuni decisamente più affermati. Dopo dieci anni di lavoro e di viaggi per il mondo il prodotto finale è delizioso.

Playing for change - Sound around the world è un cd/dvd che raccoglie le voci di un centinaio di artisti che eseguono canzoni di Bob Marley, Sam Cooke, Peter Gabriel e altri. Ma è anche un progetto: l’idea che la musica unisca e sintonizzi persone e culture molto diverse.

Le registrazioni sono fatte per strada, su balconi, tetti, parchi, villaggi in Nepal, Israele, Sudafrica, India, Francia, Congo e pure Italia. Il progetto continua e sembra funzionare, visto che su YouTube i loro video sono stati cliccati trenta milioni di volte. Ora sono in tour negli Stati Uniti.

reblogged from: "Musica per cambiare il mondo" [Internazionale]

Emilia nella via



Emilia nella nebbia




mercoledì 21 ottobre 2009

Myna, l'uccellina che cinguetta online

Aviary, la suite di vari prodotti utilizzabili direttamente online (dedicati per lo più alla gestione di immagini) di cui avevo parlato in questo post, ha lanciato in questi giorni un nuovo tool: Myna.

In questo caso si tratta di un editor musicale, ben fatto, che è una specie di Audition molto facile da utilizzare. E soprattutto: gratis e senza il bisogno di installare niente sul proprio pc (o quel che l'é...)

venerdì 16 ottobre 2009

Scontro internazionale

Così, giusto perché mi piace pubblicare la copertina del mio settimanale preferito oggi in edicola.

giovedì 15 ottobre 2009

mercoledì 14 ottobre 2009

Beato chi ci crede

D'accordo, sembra uno scherzo.
Sicuramente lo è.
Ma è anche vero che da chi si alza la mattina cantando "Meno male che Silvio c'è" ci si può aspettare di tutto.
Anche la beatificazione: berlusconibeato.com

Del resto, se c'è gente che fonda la chiesa di Jack Nicholson, non ci vedo niente di male a voler santo Silvio (subito).


martedì 13 ottobre 2009

Le due italie

Lo riproduco integralmente qui perché tra qualche giorno non sarà più disponibile online.
E' l'editoriale del direttore, Giovanni De Mauro, sull'ultimo numero di Internazionale.

Frattura

Un sondaggio Ipsos di qualche settimana fa confermava tre dati interessanti. Il primo è che in Italia il 54 per cento delle persone si informa prevalentemente attraverso la televisione (il 25 per cento con i quotidiani, il 12 su internet e il 3 con la radio). Il secondo è che il 53 per cento degli italiani considera i mezzi d’informazione molto o abbastanza autorevoli, mentre il 41 pensa che non lo siano. Il terzo è che le persone convinte dell’autorevolezza dei mezzi d’informazione sono le stesse che guardano la tv, e appartengono ai ceti più popolari. L’aspetto preoccupante di tutto questo è che la spaccatura del paese sembra essere più profonda di una semplice divisione tra nord e sud, ricchi e poveri o destra e sinistra. È una frattura narrativa: gli italiani sono convinti di guardare tutti lo stesso film, ma i film sono due – uno raccontato dalla tv, l’altro dal resto dei mezzi d’informazione – e i personaggi e la storia sono molto diversi. Il rischio è che le due Italie non riescano più a parlare tra loro perché non condividono più la stessa realtà, e forse neanche le parole per definirla.
Giovanni De Mauro

domenica 11 ottobre 2009

L'etica? Divertente!

Un progetto svedese finanziato da Volkswagen - the fun theory - cerca di dimostrare che i comportamenti etici non devono essere necessariamente frutto di uno sforzo.
Possono essere anche divertenti e piacevoli.

mercoledì 7 ottobre 2009

Ave Cesare morituri te salutant


[via Behind the event horizon]

Up and down

A me personalmente non è che emozionino più di tanto, ma immagino che da questa riscoperta delle le gif animate - diventata quasi una mania - potrebbe nascere un giorno un movimento artistico.
Ammesso che non ci sia già.
Questa, ad esempio, non è male.

[via Digital Notes]

A mezzanotte va la canzone dell'autore

Di "365 days Projects" - un'immagine di sé ogni giorno per un anno intero - se ne sono visti ormai in tutte le salse.

Il più interessante resta sicuramente quello del tizio, Noah Kalina, che ha dato il via alla moda e che adesso si è fatto un po' prendere la mano: va avanti da sei anni a fotografare il proprio faccione da Charlie Brown. In quest'ultimo periodo ha la barbona. Forse per la noia.

Noah non finisce più. Tipo Auggie, il personaggio interpretato da Harvey Keitel in Smoke, che per una vita intera fotografa la stessa strada, alla stessa ora, dallo stesso punto nel tentativo di fissare - se non fermare - il tempo.

A seguire, si sono lanciati in migliaia nel proprio personale "365 days".

Una cosa così però non l'avevo mai vista, nè avrei potuto immaginarla: da circa 8 mesi Lawrence Bonk, originario della Florida ma trapiantato a New York, compone ogni giorno una canzone, la registra e poi la mette online around midnight, a mezzanotte circa, sul suo sito Another day on earth.

Bisogna ammettere che la cosa necessita, oltre che di una invidiabile costanza, anche di una certa dose di creatività. L'esperimento ha attratto la curiosità di Village Voice - storico settimanale della Grande Mela - che gli ha dedicato un articolo.

Sempre a proposito di questo tentativo individual-collettivo di fermare/fissare il tempo, devo decidermi a digitalizzare (sono solo una cinquantina di pagine) il capolavoro che riesce veramente a farlo (con le parole): "Il canto alla durata" di Peter Handke, pubblicato per la prima volta in Italia nel 1988 da una piccola casa editrice goriziana, la Braitan, ma da tempo fuori commercio e assolutamente introvabile.

Tra le milioni di cazzate che vengono pubblicate e ripubblicate ogni giorno, nessuno si preoccupa di mettere a disposizione un simile gioiello sconosciuto ai più.

(L'immagine di Noah Kalina la pubblico nel caso si tagli la barba per i prossimi 365 giorni)

martedì 6 ottobre 2009

Come nasce un social network

Ecco gli screenshots originali, creati in due ore in una notte di settembre del 2006 (come ho raccontato a suo tempo in questa intervista di Fabio Sutto), da cui è nata zooppa, il social network di User Generated Advertising.

Con queste quattro immagini e poco altro, mi presentai allora a H-Farm, l'incubatore tecnologico fondato da Riccardo Donadon.
La persona che incontrai e che per prima valutò il progetto fu Tomas Barazza, ancora oggi un amico, adesso Ceo di Log607.




Specchi dell'anima: Milano, Italia, 2

"Non sapersi orientare in una città non vuol dire molto. Ma smarrirsi in essa, come ci si smarrisce in una foresta, richiede tutta un'educazione"
Walter Benjamin






Ogni città ha una propria anima.
Ogni città, come uno specchio, riflette parte della tua.

Specific soul: Milano, Italia, 6 ottobre 2009.