sabato 24 ottobre 2009

Lettera da sotto la pioggia

I miei più affezionati lettori avranno certamente notato che ho poca voglia di scrivere in questo periodo.

E quando è così, meglio astenersi.

Si rischia di sfirulare fuori dal vaso perfino con un semplice commento.
Ad esempio, come quello che ho lasciato proprio oggi su un post del mio amatissimo ex Direttore Matteo Rinaldi: praticamente gli ho scritto che ho già pronto il coccodrillo per il giorno della sua ascensione al paradiso dei grandi giornalisti.

Visto che siamo coetanei, va da sé che lui volerà per primo permettendomi di adempiere all'ingrato onore del pezzo commemorativo: un augurio di quelli da toccarsi i ciufoli per le prossime 24 ore.

Giuro che non volevo: lo so che devo lasciar in pace la tastiera in questi giorni.
E infatti mi guardo bene dal disturbarla. Mi è scappato un ruttino.

Non ho voglia di scrivere, e meno che meno di rispondere alle migliaia di mail che mi intasano la posta lamentando la latitanza di un così importante punto di riferimento per l'opinione pubblica.

Del resto quando non si ha voglia di scrivere, può essere che non si abbiano nemmeno opinioni.

Non so cosa pensare ad esempio del fatto che mentre a destra si va a mignotte, a sinistra ci si diverte coi trans.
Immagino solo che in queste ore un macho come La Russa se la stia ridendo come un matto...

Non ho voglia di scrivere, perciò la finisco qui.

Due brevi note prima di staccare: domani è domenica.
1) Alle primarie del Partito Democratico voterò per Dario Franceschini.
2) In questo giorno, non dimenticare una prece per la Chiesa di Jack Nicholson.


Un'immagine di Edorardo Baraldi.

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