La mostra intende offrire uno spaccato della Modena negli anni Sessanta, caratterizzata prima di tutto dal boom economico, sempre più diffuso grazie all'aumento dell'industrializzazione, che significa occupazione e conseguente benessere alla portata di tutti. Elettrodomestici, automobili, televisioni, giradischi e libri tascabili, entrano definitivamente nelle case degli italiani e modificano gli stili di vita. È l'Italia che si sposta sulla nuova Autostrada del Sole, dei grandi esodi estivi e che davanti alla TV segue i fatti più tragici ed euforici del periodo, come l'uccisione di J. F. Kennedy e lo sbarco dell'uomo sulla Luna, che Modena vive da protagonista e in maniera partecipativa.
Le fotografie esposte parlano di tutto questo, così come della nuova immagine che negli anni 60 si ritagliano i giovani, che diffondono la nuova moda, la musica beat (di cui la città emiliana è stata capitale grazie alla presenza di gruppi come i Nomadi e l'Equipe 84), fino alla volontà estrema di rompere col sistema anche attraverso il viaggio verso l'oriente. Sono sempre i giovani che organizzano cortei di protesta (per il diritto allo studio e per la fine di tutte le guerre, tra cui quella in Vietnam, che scotta di più) e che nel cosiddetto "autunno caldo" del 1969, marciano assieme agli operai, scesi nelle piazze e nelle strade per la difesa del posto di lavoro. L'aggregazione collettiva è visibile anche attraverso lo sport, tra cui spicca il calcio, che diviene sempre più un fenomeno di massa.
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