Durante il festival di Sanremo di questi giorni, un gravissimo lutto colpisce il cantante dei Ricchi e Poveri, Franco Gatti. Il figlio viene trovato morto nella sua casa in Liguria. La notizia fa il giro d'Italia in un battibaleno, naturalmente. Un evento tragico che ieri, in home, corriere.it titola così: Muore di overdose il figlio di Franco il «baffo» dei «Ricchi e Poveri».
Il link del titolo rimanda naturalmente a un pezzo interno: questo. Dove però, sorpresa (si fa per dire), la notizia assume toni molto diversi. Il titolo intanto, incentrato sulle conseguenze per il festival di questa scomparsa: Muore il figlio di Franco il «baffo» dei «Ricchi e Poveri»: esibizione cancellata.
venerdì 15 febbraio 2013
giovedì 14 febbraio 2013
Quei capolavori segreti che si potranno leggere solo tra mille anni
In Italia si leggono e si vendono sempre meno libri di
carta, crisi o non crisi. Per l'editoria tradizionale gli ultimi dati
disponibili sembrano la cronaca di una morte annunciata: -4,2% le vendite in
libreria. In calo anche chi acquista libri in edicola (-10%) e addirittura a
picco le vendite in supermercati e grandi magazzini (-17,9%). A crescere sono
solo gli e-book, i libri digitali, da acquistare e scaricare con un clic del
mouse su Internet: registrano una crescita del 740% per un fatturato 2011 di
12,6 milioni di euro.
Insomma, il futuro è segnato. Nonostante tradizionalisti e
feticisti della carta stampata, quelli che si entusiasmano per l'odore del
piombo che emanano le pagine e quel piacere al tatto che “solo la carta sa
regalare”, tra dieci, forse vent'anni, leggeremo tutti solo libri digitali. Con
buona pace di chi ama far ginnastica tenendo fra le mani best seller da mille
pagine e un chilo e mezzo di peso, presto o tardi passeremo tutti a quelle
tavolette da 100/150 grammi, i lettori di e-book. A parte gli ultimi
giapponesi, appunto. Quelli che la carta non l'abbandoneranno neanche a morire.
Quelli che, giurano, foss'anche tra cent'anni, loro il libro lo vorrebbero solo
così, come Gutenberg l'ha creato: di carta.
mercoledì 6 febbraio 2013
Nessuna start-up in particolare. Anzi no: una
Ogni tanto un po' di self-marketing fa bene all'autostima, e di conseguenza alla salute. In questo spezzone di un'intervista di qualche giorno fa sui trend 2013 per le start-up, Riccardo Donandon, titolare del più importante incubatore tecnologico italiano, H-Farm, parla del "gioiellino" tra le aziende create all'interno dell'incubatore. Anche se lui non lo dice, è quella che ho inventato io. Beh... un po' di soddisfazione.
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