A smettere di stupirmi - nonostante di acqua sotto i miei ponti ne sia passata ormai una certa quantità - per i mentecatti ipocriti che governano questo Paese.
Per la quantità di beghini idioti da cui sono circondato.
Eppure: vivo.
mercoledì 30 dicembre 2009
La Madonna nuda col pancione
E' durata poco, la Madonna nuda esposta in un convento del veronese.
Come si vede nell'immagine: una statuetta assolutamente pudica.
Nulla di volgare.
Nulla di eccessivo.
Se non la nudità in quanto tale, nei secoli sempre presente nella storia dell'arte.
A Modena, il Duomo ha in bella vista la famosa potta, figura impudica femminile (o ermafrodita) che ostenta il sesso.
Potta, per chi non lo sapesse, è una delle tante varianti di "fica".
Dunque, il Duomo, dichiarato patrimonio dell'umanità, può mettere in bella mostra sulla facciata una fica (o giù di lì).
Scandali possibili mille anni fa (la prima pietra è del 1099), ma non oggi.
Contro la Madonnina di Verona si era mobilitato anche Libero, quotidiano che leggo ogni giorno al bar e che sul numero di oggi si vanta del successo della campagna che ha portato alla rimozione dello "scandalo".
Ma forse, più di Libero, ha potuto il rosario di riparazione tenuto il 23 dicembre scorso:
Verona – Dopo lo scandalo dell'esposizione nel convento stimmatino di Sezano, frazione di Verona, di una statuetta che ritrae la Madonna nuda e col pancione, nella stessa località mercoledi 23 dicembre alle ore 18,00 si svolgerà un Rosario di riparazione. Una mobilitazione di cattolici ha indotto l'autorità ecclesiastica a intervenire e la statuetta è stata provvisoriamente ritirata. Ma lo scandalo resta e i cristiani lo ripareranno con il Rosario pubblico davanti al convento. Tra le voci indignate per questo triste episodio anche quella di Magdi Cristiano Allam. Il giornalista e scrittore ha detto di aver provato “alla vista di quella immagine blasfema, una violenta pugnalata al cuore. Mia Madre, che ha accompagnato con dolcezza il mio cammino di conversione e mi ha riportato alla Chiesa, la madre della Chiesa, la Regina della Pace, la Regina dei Santi, la Signora che mi ha fatto conoscere Gesù Cristo, denudata e posta accanto all’altare in una aula liturgica”. Tutti i cattolici sono invitati a partecipare al Rosario riparatore.
Da: Il Padano.
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sabato 26 dicembre 2009
Senza un cazzo da fare
martedì 22 dicembre 2009
sabato 19 dicembre 2009
martedì 15 dicembre 2009
Modena città accogliente
Nel XV "Rapporto nazionale sulle migrazioni 2009" della Fondazione Ismu, in base ad una serie di indicatori diversi, Modena risulta la quarta città d'Italia per capacità di accoglienza degli immigrati (tra le città campione oggetto dell'indagine, una trentina circa, la prima risulta Trento).
Personalmente sono molto contento di questo ottimo risultato della mia città.
La classifica completa.
Personalmente sono molto contento di questo ottimo risultato della mia città.
La classifica completa.
sabato 12 dicembre 2009
Quando un'idea è proprio bella
Un chirurgo apre un day surgery per la chirurgia estetica a Modena.
In pratica, da lui, ci si rifà tette e connotati in giornata.
Una favola moderna: entro vecchio dopo colazione e mi ritrovo tutto nuovo per cena, come neanche la fatina di Cenerentola sarebbe riuscita a fare.
Titola giustamente un settimanale locale: "Bellezza d'avanguardia".
Nel sommario veniamo pure informati che l'avanguardista in questione può vantare nel curriculum il passaggio sotto i suoi ferri di Brenda, la trans coinvolta nel caso Marrazzo il cui recente decesso è oggetto d'indagine da parte della magistratura.
In poche righe, un sacco di parole chiave, per catturare l'attenzione del lettore:
bellezza
chirurgia
avanguardia
idea
estestica
trans
Brenda
Marrazzo.
E un paio ne posso aggiungere io:
nani
ballerine.
This land is my land.
venerdì 11 dicembre 2009
sabato 28 novembre 2009
mercoledì 25 novembre 2009
Quei bravi ragazzi
E' un peccato VicenzaAbc non sia più viva, perché su questa notizia ci avremmo marciato per un bel po'.
Un giovane membro ventiduenne del movimento giovanile del PDL, Andrea Guglielmi, copia e incolla da Internet un po' stralci da vari libri di storia e ne ricava un libercolo "Europa: unita, libera, forte. 1989/2009" tanto per aggiungere del suo alle celebrazioni per la caduta del Muro di Berlino.
Fin qui, chi se ne frega.
Peccato che la Regione Veneto abbia finanziato l'operazione culturale del giovane talento della storiografia nostrana versando 15.000 euro nelle casse dell'Associazione da lui presieduta, "Strade d’Europa", assegnataria dei fondi necessari a un progetto di cotanto valore.
"Ho preso solo qualche pezzetto qua e là compiendo il peccato (veniale) di dimenticare la bibliografia", si difende lui, sostenuto da chi ha avuto la bella pensata di finanziare l'opera meritoria, l'assessore regionale alla Istruzione Elena Donazzan.
Balle, risponde uno dei saccheggiati, il professor Wolfgang Pruscha, che si è già rivolto agli avvocati per violazione del diritto d'autore.
"Dicono di aver copiato poche righe, e invece hanno saccheggiato intere pagine, tagliando le considerazioni che non si piegavano alle loro intenzioni ed alla loro ideologia. Le mie parole sono state rubate e utilizzate per sostenere teorie di estrema destra: se anche me lo avessero chiesto, non avrei mai dato il mio consenso ad un’operazione del genere" ha dichiarato lo studioso al Corriere del Veneto.
A tutto campo la difesa della Donazzan: "Questi ragazzi sono stati infilati nel tritacarne elettorale delle Regionali". Colpa «del Pd» e poi «dei giornali». "L’unico errore è stato non in serire la bibliografia. Capirai che errore… La Regione ha solo una cosa da rimproverarsi, di non aver controllato a fondo l’elaborato accorgendosi delle mancate citazioni. Ma sono felice di aver dato un’opportunità a questi ragazzi e li ringrazio del lavoro che hanno fatto".
Un giovane membro ventiduenne del movimento giovanile del PDL, Andrea Guglielmi, copia e incolla da Internet un po' stralci da vari libri di storia e ne ricava un libercolo "Europa: unita, libera, forte. 1989/2009" tanto per aggiungere del suo alle celebrazioni per la caduta del Muro di Berlino.
Fin qui, chi se ne frega.
Peccato che la Regione Veneto abbia finanziato l'operazione culturale del giovane talento della storiografia nostrana versando 15.000 euro nelle casse dell'Associazione da lui presieduta, "Strade d’Europa", assegnataria dei fondi necessari a un progetto di cotanto valore.
"Ho preso solo qualche pezzetto qua e là compiendo il peccato (veniale) di dimenticare la bibliografia", si difende lui, sostenuto da chi ha avuto la bella pensata di finanziare l'opera meritoria, l'assessore regionale alla Istruzione Elena Donazzan.
Balle, risponde uno dei saccheggiati, il professor Wolfgang Pruscha, che si è già rivolto agli avvocati per violazione del diritto d'autore.
"Dicono di aver copiato poche righe, e invece hanno saccheggiato intere pagine, tagliando le considerazioni che non si piegavano alle loro intenzioni ed alla loro ideologia. Le mie parole sono state rubate e utilizzate per sostenere teorie di estrema destra: se anche me lo avessero chiesto, non avrei mai dato il mio consenso ad un’operazione del genere" ha dichiarato lo studioso al Corriere del Veneto.
A tutto campo la difesa della Donazzan: "Questi ragazzi sono stati infilati nel tritacarne elettorale delle Regionali". Colpa «del Pd» e poi «dei giornali». "L’unico errore è stato non in serire la bibliografia. Capirai che errore… La Regione ha solo una cosa da rimproverarsi, di non aver controllato a fondo l’elaborato accorgendosi delle mancate citazioni. Ma sono felice di aver dato un’opportunità a questi ragazzi e li ringrazio del lavoro che hanno fatto".
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Piccola città, bastardo posto
La famosa canzone di Guccini (tratta da Radici del 1972) dedicata a Modena e altre amenità varie pronunciate da personaggi celebri [via Guida di Modena, la godereccia]
Piccola città, bastardo posto,
appena nato ti compresi o fu il fato che in tre mesi mi spinse via;
piccola città io ti conosco,
nebbia e fumo non so darvi il profumo del ricordo che cambia in meglio,
ma sono qui nei pensieri le strade di ieri, e tornano
visi e dolori e stagioni, amori e mattoni che parlano...
Piccola città, io poi rividi
le tue pietre sconosciute, le tue case diroccate da guerra antica;
mia nemica strana sei lontana
coi peccati fra macerie e fra giochi consumati dentro al Florida:
cento finestre, un cortile, le voci, le liti e la miseria;
io, la montagna nel cuore, scoprivo l' odore del dopoguerra...
Piccola città, vetrate viola,
primi giorni della scuola, la parola ha il mesto odore di religione;
vecchie suore nere che con fede
in quelle sere avete dato a noi il senso di peccato e di espiazione:
gli occhi guardavano voi, ma sognavan gli eroi, le armi e la bilia,
correva la fantasia verso la prateria, fra la via Emilia e il West...
Sciocca adolescenza, falsa e stupida innocenza,
continenza, vuoto mito americano di terza mano,
pubertà infelice, spesso urlata a mezza voce,
a toni acuti, casti affetti denigrati, cercati invano;
se penso a un giorno o a un momento ritrovo soltanto malinconia
e tutto un incubo scuro, un periodo di buio gettato via...
Piccola città, vecchia bambina
che mi fu tanto fedele, a cui fui tanto fedele tre lunghi mesi;
angoli di strada testimoni degli erotici miei sogni,
frustrazioni e amori a vuoto mai compresi;
dove sei ora, che fai, neghi ancora o ti dai sabato sera?
Quelle di adesso disprezzi, o invidi e singhiozzi se passano davanti a te?
Piccola città, vecchi cortili,
sogni e dei primaverili, rime e fedi giovanili, bimbe ora vecchie;
piango e non rimpiango, la tua polvere, il tuo fango, le tue vite,
le tue pietre, l'oro e il marmo, le catapecchie:
così diversa sei adesso, io son sempre lo stesso, sempre diverso,
cerco le notti ed il fiasco, se muoio rinasco, finchè non finirà...
Francesco Guccini
Ho pranzato a Modena, la più pulita e gaia città italiana che ho fin'ora visitato.
Stendhal, 1816
Modena, ogni volta che rientro le belle sue mura sogguardate maestosamente dall’Appennino, mi mette addosso una gran voglia di pensamenti e di studi severi. Bologna fu la città dotta, Modena è la città studiosa: Ferrara fu la città epica, Modena è la città storica: altre città parecchie d’Italia saranno artistiche, Modena è critica.
Giosuè Carducci 1872
Era un tempo piacevolissimo, quando entrammo in Modena, e la penombra in cui erano immersi i cupi portici situati sui marciapiedi ai due lati della vita principale, appariva fresca e piacevole, per contrasto col cielo luminoso e meravigliosamente turchino...
Charles Dickens, 1844-45
Il più bel duomo dell'Emilia ed il più famoso libro miniato d'Italia si trovano a Modena. Il duomo di Modena è un'antologia e una miniera della scultura romanica...
Guido Piovene, 1953-56
La via Emilia il mattino presto.
Piccola città, bastardo posto,
appena nato ti compresi o fu il fato che in tre mesi mi spinse via;
piccola città io ti conosco,
nebbia e fumo non so darvi il profumo del ricordo che cambia in meglio,
ma sono qui nei pensieri le strade di ieri, e tornano
visi e dolori e stagioni, amori e mattoni che parlano...
Piccola città, io poi rividi
le tue pietre sconosciute, le tue case diroccate da guerra antica;
mia nemica strana sei lontana
coi peccati fra macerie e fra giochi consumati dentro al Florida:
cento finestre, un cortile, le voci, le liti e la miseria;
io, la montagna nel cuore, scoprivo l' odore del dopoguerra...
Piccola città, vetrate viola,
primi giorni della scuola, la parola ha il mesto odore di religione;
vecchie suore nere che con fede
in quelle sere avete dato a noi il senso di peccato e di espiazione:
gli occhi guardavano voi, ma sognavan gli eroi, le armi e la bilia,
correva la fantasia verso la prateria, fra la via Emilia e il West...
Sciocca adolescenza, falsa e stupida innocenza,
continenza, vuoto mito americano di terza mano,
pubertà infelice, spesso urlata a mezza voce,
a toni acuti, casti affetti denigrati, cercati invano;
se penso a un giorno o a un momento ritrovo soltanto malinconia
e tutto un incubo scuro, un periodo di buio gettato via...
Piccola città, vecchia bambina
che mi fu tanto fedele, a cui fui tanto fedele tre lunghi mesi;
angoli di strada testimoni degli erotici miei sogni,
frustrazioni e amori a vuoto mai compresi;
dove sei ora, che fai, neghi ancora o ti dai sabato sera?
Quelle di adesso disprezzi, o invidi e singhiozzi se passano davanti a te?
Piccola città, vecchi cortili,
sogni e dei primaverili, rime e fedi giovanili, bimbe ora vecchie;
piango e non rimpiango, la tua polvere, il tuo fango, le tue vite,
le tue pietre, l'oro e il marmo, le catapecchie:
così diversa sei adesso, io son sempre lo stesso, sempre diverso,
cerco le notti ed il fiasco, se muoio rinasco, finchè non finirà...
Francesco Guccini
Ho pranzato a Modena, la più pulita e gaia città italiana che ho fin'ora visitato.
Stendhal, 1816
Modena, ogni volta che rientro le belle sue mura sogguardate maestosamente dall’Appennino, mi mette addosso una gran voglia di pensamenti e di studi severi. Bologna fu la città dotta, Modena è la città studiosa: Ferrara fu la città epica, Modena è la città storica: altre città parecchie d’Italia saranno artistiche, Modena è critica.
Giosuè Carducci 1872
Era un tempo piacevolissimo, quando entrammo in Modena, e la penombra in cui erano immersi i cupi portici situati sui marciapiedi ai due lati della vita principale, appariva fresca e piacevole, per contrasto col cielo luminoso e meravigliosamente turchino...
Charles Dickens, 1844-45
Il più bel duomo dell'Emilia ed il più famoso libro miniato d'Italia si trovano a Modena. Il duomo di Modena è un'antologia e una miniera della scultura romanica...
Guido Piovene, 1953-56
La via Emilia il mattino presto.
Google libri
Compare anche nella edizione italiana la sezione Libri di Google, la controversa operazione di digitalizzazione di tutti i libri del mondo cominciata anni fa dal "colosso di Mountain View" (come amano definirlo i giornalisti).
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domenica 22 novembre 2009
mercoledì 18 novembre 2009
Tu non trattarmi mai così
martedì 17 novembre 2009
Alla fine i fannulloni perdono e il portale è tornato alla sua efficienza
L'articolo su Il Messaggero alle 16.00 di oggi e il portale di Brunetta alla stessa ora.
I fannulloni perdono sempre e perciò il portale è off-line.
I fannulloni perdono sempre e perciò il portale è off-line.
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venerdì 13 novembre 2009
Ah, avessi un buon reader...
Nonostante io ne possegga più d'uno, nonostante pensi che i libri resteranno sempre un oggetto d'uso abbastanza comune anche nei prossimi decenni - se non altro perché i feticisti della carta stampata non moriranno mai (o bruceranno insieme ad essa) - sarò certamente tra quelli che in tutta tranquillità abbandoneranno i cari vecchi volumi polverosi per passare a un reader digitale.
Naturalmente quando un lettore tipo Kindle sarà acquistabile ad un prezzo popolare e soprattutto non mi costringerà a leggere solo roba acquistata su Amazon (senza queste due condizioni, per quel che mi riguarda Bezos s'attacca).
Addio vecchi cari libri passati di padre in figlio, da moglie a marito, da amico ad amica e viceversa, letti e riletti, consunti e macchiati di caffé, dimenticati (come la rosellina secca a pag. 122 dove lei dichiara il suo amore eterno a lui) sugli scaffali più alti della libreria fino a spegnersi pian piano .
Adieu.
Senza rimpianti.
Un aggeggio tipo Kindle, la cui esperienza di lettura risulta completamente diversa dal fastidiossimi monitor del pc, fino ad assomigliare quasi del tutto a quella con l'attuale carta stampata, contiene fino a 1500 volumi.
Tutti in una sottile striscia di meno di venti millimetri di spessore e i giusti centimetri di lunghezza e larghezza.
E pesi e misure contano. Come no...
Non lo avessi recuperato in una edizione del 1940 divisa in quattro comodi volumetti non avrei mai letto il mio romanzo cult per eccellenza, e quel capolavoro impareggiabile che è "Guerra e Pace" sarebbe rimasto per sempre a me alieno.
Così come, dopo anni dall'acquisto, lo sono ancora quei due mattoni di "Tutti i racconti" di Poe e Conrad, per quanto io li adori (soprattutto il secondo).
Ma mi sfasciano mani e polsi. A letto non riesco a leggerli. Li ho presi mille volti e mille volti riposti.
Appena il simil-Kindle mi arriverà tra le mani potrò finalmente farli miei.
Quando sentirò di aver la giusta ispirazione: il libro giusto al momento giusto.
Sperando che ovunque io sia, tra i 1500 libri che avrò sempre in tasca ci sia quello giusto.
Anche per i miei momenti sbagliati.
Zia MAME
Naturalmente quando un lettore tipo Kindle sarà acquistabile ad un prezzo popolare e soprattutto non mi costringerà a leggere solo roba acquistata su Amazon (senza queste due condizioni, per quel che mi riguarda Bezos s'attacca).
Addio vecchi cari libri passati di padre in figlio, da moglie a marito, da amico ad amica e viceversa, letti e riletti, consunti e macchiati di caffé, dimenticati (come la rosellina secca a pag. 122 dove lei dichiara il suo amore eterno a lui) sugli scaffali più alti della libreria fino a spegnersi pian piano .
Adieu.
Senza rimpianti.
Un aggeggio tipo Kindle, la cui esperienza di lettura risulta completamente diversa dal fastidiossimi monitor del pc, fino ad assomigliare quasi del tutto a quella con l'attuale carta stampata, contiene fino a 1500 volumi.
Tutti in una sottile striscia di meno di venti millimetri di spessore e i giusti centimetri di lunghezza e larghezza.
E pesi e misure contano. Come no...
Non lo avessi recuperato in una edizione del 1940 divisa in quattro comodi volumetti non avrei mai letto il mio romanzo cult per eccellenza, e quel capolavoro impareggiabile che è "Guerra e Pace" sarebbe rimasto per sempre a me alieno.
Così come, dopo anni dall'acquisto, lo sono ancora quei due mattoni di "Tutti i racconti" di Poe e Conrad, per quanto io li adori (soprattutto il secondo).
Ma mi sfasciano mani e polsi. A letto non riesco a leggerli. Li ho presi mille volti e mille volti riposti.
Appena il simil-Kindle mi arriverà tra le mani potrò finalmente farli miei.
Quando sentirò di aver la giusta ispirazione: il libro giusto al momento giusto.
Sperando che ovunque io sia, tra i 1500 libri che avrò sempre in tasca ci sia quello giusto.
Anche per i miei momenti sbagliati.
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opinions
J'étais là. Peut-être...
Sulla sua pagina di Facebook Nicholas Sarkozy in Bruni dichiara di essere stato, il 9 novembre 1989, tra i picconatori del muro di Berlino, con tanto di foto ricordo.
I cugini d'Oltralpe però, scoprono che non la racconta giusta.
Così, sul web, si scatenano i fotomontaggi di Sarkò in Carlà che, da vero highlander, fa da testimonial a tutti i più importanti eventi storici dai primi del 900 ad oggi.
A Yalta
In campo per la finale mondiale del 1998
Il bacio di Doisneau in Sarkò
I cugini d'Oltralpe però, scoprono che non la racconta giusta.
Così, sul web, si scatenano i fotomontaggi di Sarkò in Carlà che, da vero highlander, fa da testimonial a tutti i più importanti eventi storici dai primi del 900 ad oggi.
In campo per la finale mondiale del 1998
Il bacio di Doisneau in Sarkò
martedì 10 novembre 2009
venerdì 6 novembre 2009
giovedì 5 novembre 2009
Solo per i tuoi occhi arriva il DPI Ciclope
Da oggi si aggiunge un nuovo fantastico strumento ad arricchire la vasta gamma dei DPI, dispositivi di protezione individuale, ausili utilizzati in molte professioni per proteggere il lavoratore da varie tipologie di danni sul luogo di lavoro.
Ormai stufo e sofferente di disturbi visivi a causa della vetrata dietro la mia postazione di lavoro (fig. 4) che aggiunge un'altra fonte di luce a quella già fastidiosa del monitor, stamattina ho realizzato il prototipo del visore protettivo denominato "Ciclope" (chiaramente ispirato a uno dei personaggi degli X-men, anche se il mio Ciclope protegge dai "devastanti raggi ottici" invece di emetterli).
Ho sperimentato Ciclope per tutta la giornata e devo dire che i risultati sono entusiasmanti: il disturbo per l'eccesso di fonti di luce viene quasi azzerato anche se chiaramente, trattandosi di un prototipo, è ancora molto migliorabile.
Ad esempio, per sopperire alla scarsa visibilità della tastiera del pc indossando Ciclope, sto pensando ad un sistema di specchi da aggiungere alla visiera in modo da poter tenere sotto controllo in tempo reale come si muovono le mani sui tasti senza dover abbassare la testa di un millimetro.
Ciclope è stato il secondo prototipo realizzato nella mattinata dopo il tentativo abbastanza fallimentare di "Ignazio" (sempre fig. 4) che, oltre a ridurre eccessivamente la visibilità, si è rivelato parecchio fastidioso per i bulbi oculari.
Se qualche azienda fosse interessata alla produzione e alla commercializzazione di Ciclope - la soluzione per tutti i videoterminalisti di questo mondo - è pregata di contattarmi al mio indirizzo email.
Fig. 1 - Ciclope visto di fronte
Fig. 2 - Ciclope è assolutamente funzionale: quando non serve (ad esempio in pausa caffé) si alza tranquillamente la visiera e nemmeno ci si accorge di averlo
Fig. 3 - Visione laterale di Ciclope
Fig. 4 - Il prototipo Ignazio, poi abbandonato. Nell'immagine anche la fastidiosa vetrata e la inutile protezione anti-luminosità (dei quadri francamente inguardabili per quanto brutti) da me utilizzata prima dell'invenzione di Ciclope
Ormai stufo e sofferente di disturbi visivi a causa della vetrata dietro la mia postazione di lavoro (fig. 4) che aggiunge un'altra fonte di luce a quella già fastidiosa del monitor, stamattina ho realizzato il prototipo del visore protettivo denominato "Ciclope" (chiaramente ispirato a uno dei personaggi degli X-men, anche se il mio Ciclope protegge dai "devastanti raggi ottici" invece di emetterli).
Ho sperimentato Ciclope per tutta la giornata e devo dire che i risultati sono entusiasmanti: il disturbo per l'eccesso di fonti di luce viene quasi azzerato anche se chiaramente, trattandosi di un prototipo, è ancora molto migliorabile.
Ad esempio, per sopperire alla scarsa visibilità della tastiera del pc indossando Ciclope, sto pensando ad un sistema di specchi da aggiungere alla visiera in modo da poter tenere sotto controllo in tempo reale come si muovono le mani sui tasti senza dover abbassare la testa di un millimetro.
Ciclope è stato il secondo prototipo realizzato nella mattinata dopo il tentativo abbastanza fallimentare di "Ignazio" (sempre fig. 4) che, oltre a ridurre eccessivamente la visibilità, si è rivelato parecchio fastidioso per i bulbi oculari.
Se qualche azienda fosse interessata alla produzione e alla commercializzazione di Ciclope - la soluzione per tutti i videoterminalisti di questo mondo - è pregata di contattarmi al mio indirizzo email.
Fig. 2 - Ciclope è assolutamente funzionale: quando non serve (ad esempio in pausa caffé) si alza tranquillamente la visiera e nemmeno ci si accorge di averlo
Fig. 3 - Visione laterale di Ciclope
Fig. 4 - Il prototipo Ignazio, poi abbandonato. Nell'immagine anche la fastidiosa vetrata e la inutile protezione anti-luminosità (dei quadri francamente inguardabili per quanto brutti) da me utilizzata prima dell'invenzione di Ciclope
sabato 31 ottobre 2009
Solo se Guzzi
Devo ammettere che anche a uno come me, che di auto, moto e motori si ne impippa bellamente, la vista della fabbricona della Ferrari a Maranello esercita un certo fascino.
Te la vedi spuntare sotto il naso appena entrato nella cittadina: grande e grossa, grigia e verticale, metallizzata e luccicante come una marmitta.
E anche lasciatala alle spalle, poco cambia: Maranello odora della Rossa in ogni angolo, bar o marciapiede.
Il mito abita qui.
Un mito futurista, d’accordo – zang, tumb, tumb, la potenza dei cavalli come “2000 shrapnels sbracciarsi esplodere” – ma pur sempre un mito. Impossibile non respirarlo.
In quello che è ormai diventato il mio breviario locale, si parla molto della passione per i motori (auto e moto, con nobile indifferenza) degli emiliani.
Un vezzo di pianura forse.
Nelle lunghe vie dritte che traversano le campagne come lame, me li vedo quegli stalloni meccanici sfrecciare a tutta velocità (oggi molto meno, con tutti i controlli elettronici che ci sono).
Tra la via Emilia e il west, appunto.
A tutta birra, magari per raggiungere la propria bella al paese vicino. Che la strana coppia donne & motori forse trovava proprio qui la sua apoteosi: nella improponibile mistura di oli meccanici e tortellini in brodo, cuscini e cuscinetti, grassi animali e lubrificanti vari, cosce e galoscie (e giusto per concludere, anche se c’entra poco: “nebbia e locali a cui dai del tu”).
Forse.
Di sicuro è nato qui il detto davvero programmatico: “Prima la sposi, poi la Guzzi” (rossa pure quella, anche se originaria di Mandello del Lario, su dalle parti del lago di Lecco).
A Modena, in via Paolo Ferrari 85, a poche centinaia di metri dalla Maserati, c’è pure la casa natale del mito in persona.
Lui. L’Enzo. Il Drake (all’emiliana, con la “e” larga, drèik).
La casa con annessa la sua prima officina meccanica che, dicono, in certi giorni emani ancora certi odori di motori spessi come la nebbia che in questi giorni ha già cominciato a calare prepotente giù nella Bassa, fuori città.
Adesso è in ristrutturazione perché ci faranno un museo, e non si può visitare.
E chissà se, una volta pronto, qualche documento riporterà alla memoria quella volta che Ferrari non fece sconti nemmeno al capo del fassismo in persona, il cavalier Muslèn, che ebbe l’arroganza di sfidarlo a bordo di un’Alfa in una disfida iniziata a Modena e conclusa a Sassuolo.
Il Duce mangiò tanta di quella polvere che alla fine fu costretto a piegarsi all’evidenza: “Lei, Ferrari, mi ha dato una lezione di guida”. Che detto da un romagnolo ad un emiliano, è già un bel dire.
Alla Modena della "motoristica" ha reso omaggio perfino un romano come De Gregori, con la bellissima “Viaggi e miraggi”:
“E andiamo a Genova coi suoi svincoli micidiali
O a Milano coi suoi terrori settentrionali
Oppure a Modena coi suoi motori fenomenali
O a Bologna, Bologna con i suoi orchestrali”.
D’accordo - come ho cercato di dimostrare - Modena la racconta anche abbastanza giusta. Ma su Bologna non ci siamo proprio: la Dotta, più che come la città degli “orchestrali”, è nota per essere la città delle tre “t”. Le torri (così falliche), i tortellini e le tette.
Roba veramente carnale.
Tanto che son convinto i modenesi, nonostante la rivalità storica dai tempi della secchia rapita, preferissero rombare coi loro potenti mezzi meccanici verso quelle parti, che a ovest in direzione Reggio e Parma.
In Guzzi naturalmente.
Te la vedi spuntare sotto il naso appena entrato nella cittadina: grande e grossa, grigia e verticale, metallizzata e luccicante come una marmitta.
E anche lasciatala alle spalle, poco cambia: Maranello odora della Rossa in ogni angolo, bar o marciapiede.
Il mito abita qui.
Un mito futurista, d’accordo – zang, tumb, tumb, la potenza dei cavalli come “2000 shrapnels sbracciarsi esplodere” – ma pur sempre un mito. Impossibile non respirarlo.
In quello che è ormai diventato il mio breviario locale, si parla molto della passione per i motori (auto e moto, con nobile indifferenza) degli emiliani.
Un vezzo di pianura forse.
Nelle lunghe vie dritte che traversano le campagne come lame, me li vedo quegli stalloni meccanici sfrecciare a tutta velocità (oggi molto meno, con tutti i controlli elettronici che ci sono).
Tra la via Emilia e il west, appunto.
A tutta birra, magari per raggiungere la propria bella al paese vicino. Che la strana coppia donne & motori forse trovava proprio qui la sua apoteosi: nella improponibile mistura di oli meccanici e tortellini in brodo, cuscini e cuscinetti, grassi animali e lubrificanti vari, cosce e galoscie (e giusto per concludere, anche se c’entra poco: “nebbia e locali a cui dai del tu”).
Forse.
Di sicuro è nato qui il detto davvero programmatico: “Prima la sposi, poi la Guzzi” (rossa pure quella, anche se originaria di Mandello del Lario, su dalle parti del lago di Lecco).
A Modena, in via Paolo Ferrari 85, a poche centinaia di metri dalla Maserati, c’è pure la casa natale del mito in persona.
Lui. L’Enzo. Il Drake (all’emiliana, con la “e” larga, drèik).
La casa con annessa la sua prima officina meccanica che, dicono, in certi giorni emani ancora certi odori di motori spessi come la nebbia che in questi giorni ha già cominciato a calare prepotente giù nella Bassa, fuori città.
Adesso è in ristrutturazione perché ci faranno un museo, e non si può visitare.
E chissà se, una volta pronto, qualche documento riporterà alla memoria quella volta che Ferrari non fece sconti nemmeno al capo del fassismo in persona, il cavalier Muslèn, che ebbe l’arroganza di sfidarlo a bordo di un’Alfa in una disfida iniziata a Modena e conclusa a Sassuolo.
Il Duce mangiò tanta di quella polvere che alla fine fu costretto a piegarsi all’evidenza: “Lei, Ferrari, mi ha dato una lezione di guida”. Che detto da un romagnolo ad un emiliano, è già un bel dire.
Alla Modena della "motoristica" ha reso omaggio perfino un romano come De Gregori, con la bellissima “Viaggi e miraggi”:
“E andiamo a Genova coi suoi svincoli micidiali
O a Milano coi suoi terrori settentrionali
Oppure a Modena coi suoi motori fenomenali
O a Bologna, Bologna con i suoi orchestrali”.
D’accordo - come ho cercato di dimostrare - Modena la racconta anche abbastanza giusta. Ma su Bologna non ci siamo proprio: la Dotta, più che come la città degli “orchestrali”, è nota per essere la città delle tre “t”. Le torri (così falliche), i tortellini e le tette.
Roba veramente carnale.
Tanto che son convinto i modenesi, nonostante la rivalità storica dai tempi della secchia rapita, preferissero rombare coi loro potenti mezzi meccanici verso quelle parti, che a ovest in direzione Reggio e Parma.
In Guzzi naturalmente.
venerdì 30 ottobre 2009
Konrad l'emiliano
Ci sono stato appena qualche giorno fa, raccontando del fantastico delirio di Ettore Guatelli. Oggi scopro che a Ozzano Taro, paesotto sopra Parma verso la montagna, essere eccentrici è la normalità.
Da quelli parti infatti vive il Konrad Lorenz emiliano, il fornaio Flavio Carpi, che da quasi trent'anni scende sulle rive del Taro a trovare i suoi amici animali. I quali, tranquillamente si fanno fotografare da lui.
Il risultato è una straordinaria raccolta di fotografie naturalistiche.
Da quelli parti infatti vive il Konrad Lorenz emiliano, il fornaio Flavio Carpi, che da quasi trent'anni scende sulle rive del Taro a trovare i suoi amici animali. I quali, tranquillamente si fanno fotografare da lui.
Il risultato è una straordinaria raccolta di fotografie naturalistiche.
mercoledì 28 ottobre 2009
lunedì 26 ottobre 2009
Rutelli si diparte
Francé si accasa da Pierferdi.
Per la felicità domani accenderò un cero alla Madonna.
O, in alternativa, mi farò una cicca nell'unica chiesa di cui sono adepto.
Per la felicità domani accenderò un cero alla Madonna.
O, in alternativa, mi farò una cicca nell'unica chiesa di cui sono adepto.
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opinions
Una dichiarazione d'amore
Bersani ha vinto le primarie del PD.
Buon per lui.
Vedremo.
Tra i vari commenti, riporto un breve stralcio di un articolo di Filippo Ceccarelli, non per quanto scrive a proposito della disfida, ma per come dipinge in quattro parole questa regione che ormai abito da oltre un anno.
Consapevole che nessuna a parte lei, quel gran pezzo dell'Emilia, avrebbe potuto far sentire finalmente "a casa" anche un lombardo-veneto come me.
"(...) ma oltre allo scontatissimo match fra un ex democristiano e un ex comunista, un po' è stato anche un derby di comuni vocali e sibilo di consonanti fra la Salama da sugo di Ferrara e la Coppa piacentina, entrambi eccelsi insaccati, da consumarsi preferibilmente tra nebbie dense, magnifiche piazze monumentali, vecchie biciclette silenziose, ex case del popolo, officine meccaniche di prim'ordine, benessere diffuso, dinamismo economico e un grado di civiltà parecchio superiore al resto d'Italia".
Buon per lui.
Vedremo.
Tra i vari commenti, riporto un breve stralcio di un articolo di Filippo Ceccarelli, non per quanto scrive a proposito della disfida, ma per come dipinge in quattro parole questa regione che ormai abito da oltre un anno.
Consapevole che nessuna a parte lei, quel gran pezzo dell'Emilia, avrebbe potuto far sentire finalmente "a casa" anche un lombardo-veneto come me.
"(...) ma oltre allo scontatissimo match fra un ex democristiano e un ex comunista, un po' è stato anche un derby di comuni vocali e sibilo di consonanti fra la Salama da sugo di Ferrara e la Coppa piacentina, entrambi eccelsi insaccati, da consumarsi preferibilmente tra nebbie dense, magnifiche piazze monumentali, vecchie biciclette silenziose, ex case del popolo, officine meccaniche di prim'ordine, benessere diffuso, dinamismo economico e un grado di civiltà parecchio superiore al resto d'Italia".
domenica 25 ottobre 2009
Consuma con Maria
La sicurezza degli oggetti
L'uomo che vedete qui sotto ritratto (morto da qualche anno) ha trasformato la sua nevrosi in una specie di incredibile opera d'arte (contemporanea).
Per anni, Ettore Guatelli ha raccolto migliaia di oggetti per lo più appartenenti alla civiltà contadina appendendoli alle pareti di casa sua, nel tantativo - ossessivo appunto - di conservarne la memoria.
Il risultato è qualcosa che ha davvero poco a che fare con la classica raccolta di oggetti rurali.
Da qualche anno, la raccolta Guatelli è diventato un museo che racconta meravigliosamente bene il delirio di quest'uomo: assolutamente da vedere.
Il bosco delle cose, così si chiama, si trova in un paese in provincia di Parma, Ozzano Taro.
Per anni, Ettore Guatelli ha raccolto migliaia di oggetti per lo più appartenenti alla civiltà contadina appendendoli alle pareti di casa sua, nel tantativo - ossessivo appunto - di conservarne la memoria.
Il risultato è qualcosa che ha davvero poco a che fare con la classica raccolta di oggetti rurali.
Da qualche anno, la raccolta Guatelli è diventato un museo che racconta meravigliosamente bene il delirio di quest'uomo: assolutamente da vedere.
Il bosco delle cose, così si chiama, si trova in un paese in provincia di Parma, Ozzano Taro.
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