Di fronte al palco, rigorosamente transennate, stavano infatti tante seggioline riservate ai notabili locali comodamente seduti mentre intorno si stava tutti schiacciati in piedi, la piazza strapiena (i pochi altri posti a sedere a chi per primo se li era accaparrati).
Non molto flower power.
Del resto è almeno dal ‘78, trent’anni fa, che qualcuno si è accorto che la risata sessantottina invece di seppellire il potere, lo avrebbe solo riciclato, senza neppure troppa immaginazione.
E che i miti libertari ed egualitari della Beat generation avevano finito da un pezzo di “decretare lo stato di felicità permanente”.
Ricordate il Ricky Gianco di “Compagno si, compagno no, compagno un caz?”
Io c'ho il profugo cileno a casa mia e' arrivato nel '73
e da allora lui non é più andato via. Antonietta fammi star da te
passa un giorno, passa un mese, passa un anno l'unità sconfiggerà il padrone
ma Antonietta mi ha buttato per la strada vuoi vedere che sono io il coglione…
D’accordo, non sarà stata Woodstock. Niente fiori da mettere nei cannoni (?!?) e libero amore (maddai che scherzo, mica non lo sapevo…). La piazza sistemata in maniera molto poco flowerpower-correct. Però la rievocazione, quarant’anni dopo, con Modena di nuovo (a quanto pare qui tutto ha avuto origine) capitale del Beat italiano è stata divertente, piacevole e tutto sommato nemmeno intrisa di troppa nostalgia.
Caterina Caselli, Casco d’oro, ha tirato il pacco (in un telegramma, però, ha avvertito di esserci col cuore). In compenso Red Ronnie è volato da Londra per la serata, Mogol con i suoi aneddoti su quella stagione ha regalato qualche emozione battistiana, Vandelli è parso tutto sommato meno reduce di – tanto per dire – Tony Hadley degli Spandau Ballet che ho intervistato tre o quattro anni fa ricavando l’impressione di aver davanti un vecchio zio.
Pubblico di sessantenni, o giù di lì, entusiasta: occhioni lucidi per il pancione calvo al mio fianco mentre quel cappellone (beato lui) di Vandelli intonava “Dieci ragazze per me”.
Posson bastare.
L’anno prossimo si ripete, credo.
“Ce n’est qu’un Debut, continuons le combat!”
Due beat al concerto di Vandelli
Maurizio Vandelli in concerto
Una piazza Beat
L'ospite speciale: Giulio Repetti in arte Mogol
6 commenti:
ok, la garbata ironia che hai sfoderato ci sta tutta e l'ho apprezzata moltissimo (l'ironia è sempre stata la cifra essenziale del vero Beat)...
Giusto un piccolo appunto: hai sorvolato su quello che costituiva il senso reale dell'intera operazione di 'Modena 29 Settembre', che provo a sintetizzarenel prossimo post...
... Abbiamo intitolato una piazzetta a una canzone simbolo dell'era Beat (che già non è cosa da poco, visti i grigiori in cui si muovono abitualmente le amministrazioni comunali) con l'auspicio e la volontà di liberare e rilanciare un pochino le energie giovani e fresche che, oggi, faticano un tot per potersi proporre ad un pubblico 'fisico'. ...
... il concerto serale (gratuito) altro non ha voluto essere che un trampolino (corroborato da un robusto consenso) per una serie di iniziative ed opportunità che verranno messe in campo da oggi in poi proprio per quei giovani che, per tutto quel pomeriggio, in tre diversi luoghi della Città, sono stati i reali protagonisti dell'evento.
Dopo i '60 e i primi '70 eran tornate troppe briglie. Qui stiamo provando a cambiare l'andazzo ;-)
http://www.facebook.com/event.php?eid=136743604683#/event.php?eid=136743604683
Della targa avevo già accennato in un altro post: http://dalomb.blogspot.com/2009/09/oggi-29-settembre.html
Per il resto: ho potuto assistere solo alla serata purtroppo, ma so che nel pomeriggio hanno suonato parecchi gruppi giovani. Quindi il senso di questo aggancio tra "vecchio" e nuovo mi era personalmente chiaro.
L'iniziativa in sè mi è parsa pregevole e lodevole (cosa che emerge dal post), anche se - essendo questo un blog - invece di incensarla mi è sembrato più utile fare qualche commento più o meno originale.
Abito da poco più di un anno a Modena e chi mi conosce sa che con questa città è stato amore a prima vista.
Anche (o forse proprio) in virtù di questo legame mi posso permettere - credo - di prenderla in giro, pure in una occasione bella come questa. Era troppo ghiotto lo spunto della Beat-reunion.
Non mi è piaciuta invece, e l'ho scritto, la disposizione della piazza perché davvero poco in linea con quelle che erano istanze abbastanza comuni di un movimento pur molto variegato come quello Beat.
Mica perché io pensi bisognasse fingere di recuperare lo spirito "irriverente" di (certi) anni '60.
E' stato il mio un disagio - come dire - più dal punto di vista estetico che politico.
Ma vabbé, un po' come cercare il pelo nell'uovo. Alla fin fine mi sono divertito.
Leggo adesso il tuo terzo commento.
Sono molto contento di apprendere che la serata abbia avuto lo scopo primario di far da volano ad una serie di iniziative destinate ai giovani.
Apprezzo ancora di più quel che già apprezzavo. Grazie per i commenti.
:-)
manco io avevo letto i topic precedenti... e comunque ti assicuro che non c'era nulla di risentito nel mio commento, solo voglia di chiarire meglio 'il senso' per chi magari qui legge ma là non c'era...
Per la disposizione della piazza hai perfettamente ragione; ma certe cose non potevano che essere così per tutta una serie di ragioni burocratiche e retroscena che ti risparmio... ;-)
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