giovedì 18 marzo 2010

Il senso civico dell'arachide

Vado sempre a far la spesa nella coop più vicina a casa mia, all'imbocco di via Canaletto sud.
Un posto che più che un supermercato sembra un porto di bucanieri per la gente che gira da quelle parti.
Come dire: il posto giusto per l'uomo giusto.

Ogni volta o quasi, mi piace prendere un'arachide dal cestone dove sono esposte (non una manciata, non cinque, non due: una!) e mangiarmela lì per lì.
Così, per sfizio. Per sentire se è fresca o secca. Perchè la coop sei tu, quindi anch'io, e con tutti i soldi che le ho dato in una vita, una piccola arachide me la posso gustare lì, a sbafo nel mio supermercato.

Tra l'altro in questo periodo, per problemi alla schiena che - alla faccia della mia privacy - ho reso noti in tutto il web, giro pure con le stampelle.
Sono un portatore di handicap (e indulgenza) vero e proprio.

Per farla breve: finito il tour da 120 (centoventi) euro di acquisti esco a fumarmi una sigaretta mentre mia moglie fa la fila e paga.
Da dietro la vetrina la vedo confabulare con la cassiera e l'addetto alla sicurezza.

Sono stato segnalato alle casse da una signora.
"C'è uno che si è mangiato un'arachide"
"Uno chi?"
"Quello lì - indica oltre il vetro - quello con le stampelle".
La cassiera è una che la sa lunga: "Eh, ma non è mica la prima volta. E' già stato notato in passato".

Mia moglie, incolpevole e sotto mentite spoglie sino ad allora, finalmente interviene cercando di metterci una pezza: "Veramente sarebbe mio marito. Scusatelo, ma sta male (cazzo c'entra con il furto dell'arachide, ma vabbé...), vedete: c'ha le stampelle" (solo dopo un po' colgo lo spessore dell'intervento: brava! cerchiamo subito di indurre ad indulgenza per l'invalido).
Infatti, l'addetto alla sicurezza lascia correre e mi permette di fumare ignaro e in pace mentre dentro si sparla di me, "il tizio" occasionalmente "con le stampelle", meglio noto come il ladro d'arachidi.

Morale: una stampella fortunella anche per la signora che mi ha "segnalato". Finché questo paese sarà permeato da un simile senso civico, toccherà a tutti rigar dritto: anche ai ladri di arachidi come me.

6 commenti:

Daniele Vinci ha detto...

esilerante...

mp ha detto...

ma che storia straordinaria. geniale poi tua moglie a sfruttare subito le stampelle. ma da intervistare la persona che ti ha "segnalato".

Dalomb ha detto...

A Modena città ci sono 4 coop: due sono ipecoop all'interno di orridi centri commerciali, Grand'Emilia e I Portali. Al primo non ci sono mai stato. Al secondo 4 o 5 volte per necessità. Poi c'è la coop di Via Cialdini: borghesuccia e perbene.

Infine la "mia" di via Canaletto, frequentata per lo più da neri e albanesi (per dire: ci sono tutte le etnie), una spruzzata di tossici e puttane che bazzicano da quelle parti, pensionati che non vogliono o possono scollarsi da quella zona ormai considerata malfamata.
Il mix è degno del miglior Alack Sinner.

Sono sicuro che, con la faccia che mi ritrovo, la signora (una tizia sulla sessantina) mi deve aver scambiato per un albanese. Colto in flagrante nello stupro di un'arachide italiana.
Di qui la sua segnalazione (maledetti extracomunitari!).

Anonimo ha detto...

Bel racconto. Evviva il Davide letterario e romantico.
matteo

Dalomb ha detto...

Su precisa indicazione del solito M P, segnalo questo articolo - http://www.scribd.com/doc/28707915/Mangiare-al-mercato - di Licia Granello dedicato ai mercati come luoghi non solo di acquisto del cibo, ma anche di assaggio e consumo.
Insomma, il mio vizietto è antico almeno quanto un (vero) mercato.

Daniele Vinci ha detto...

@dalomb la questione andrebbe approfondita a quanto pare...

:-)