domenica 15 agosto 2010

Il cinico d'argilla

Mi sono messo in testa di guardarmi tutti i film - tutti quelli che riesco - che abbiano come protagonista un/una giornalista.

Ieri notte perciò è stata la volta di un grandissimo Hollywood Classic, "Il colosso d'argilla", un film del 1956 che vede protagonista un grande Bogey (mio mito d'infanzia. Uno che - dico sempre - mi ha rovinato la vita con la storia del "cinico dal cuore d'oro"...).



Nel film Bogart interpreta Eddie Willis, un grande cronista sportivo ormai allontanatosi dal giro (ma ancora con un sacco di contatti) che accetta di vendersi a un manager del pugilato (Rod Steiger) disposto ad andare ben oltre la legalità per far soldi.

Il film naturalmente è fantastico con un Bogey al meglio di se stesso: il solito cinico d'argilla.

Chissà perché, qui le scene di pugilato sono decisamente più scarse di quelle di un altro capolavoro dello stesso anno, "Lassù qualcuno mi ama" con un giovanissimo (e fighissimo, diciamolo) Paul Newman col naso gonfio e rotto (qui per vederlo in streaming).

Però, a parte il fatto che Bogart vale sempre il prezzo del biglietto (tanto più se è gratis) "Il colosso d'argilla" è un filmone sul pugilato, il giornalismo e anche su qualsiasi "show for the masses" da mandare avanti costi quel che costi: la folla assatanata e informe brama solo sangue (della serie: panem et circenses).

Più che cinema, sembra la realtà.


2 commenti:

mp ha detto...

bel filone, quello dei film con giornalisti. due dei miei preferiti: "prima pagina" di billy wilder con jack lemmon e walter matthau e "il falò delle vanità" con bruce willis sempre ubriaco, tratto dal bellissimo omonimo romanzo di tom wolfe.

ah, non male anche "the insider", con al pacino.

Dalomb ha detto...

Ah, ce ne sono tanti e spesso molto belli. Mi vengono in mente così di corsa "Veronica Guerin" con una bellissima Cate Blanchett e il Classico dei Classici (anche il libro va letto, secondo me), "Tutti gli uomini del presidente". Prima o poi parlerò di tutti, anche se sono stranoti. Ma chi se ne sbatte...