giovedì 27 settembre 2007

Il Corto, Lara ed io, di nuovo a Venezia

Due vecchi miti tornano in visita dalle mie vite passate reclamando ancora una volta attenzione.

Lo scenario di sfondo è Venezia e loro sono il Corto e Lara.

Corto Maltese è stato il compagno fedele di tante avventure reali o (assai più spesso) immaginarie della mia infanzia e adolescenza.
Conservati con cura maniacale, fanno ancora oggi bella mostra di sè sugli scaffali della mia libreria le prime edizioni delle avventure dell'anarchico marinaio veneziano. Uno a cui, ragazzino, avrei voluto assomigliare con tutte le forze.

Tomb Raider II, il palcoscenico di Lara Croft, è invece stato l'unico videogame al quale abbia dedicato i miei giorni e le mie notti. Ma non tutta la saga, proprio solo quello: il secondo episodio, dove Lara (ed io) abbiamo corso rischi incredibili perdendoci tra le calli veneziane sulle tracce del pugnale di Xian.

Il Corto, Lara, Venezia (mai provato a vagarla velata di neve e nebbia in una notte invernale? Se ancora non lo siete, potreste innamorarvene in maniera struggente...): tutta roba che tocca la "pancia", l'emozione pura.

E' esattamente questo insieme scomposto e intenso allo stesso tempo di buone vibrazioni che mi hanno colpito allo stomaco quando i "cugini" di H-Play (un'altra delle aziende incubate da H-Farm come zooppa), mi hanno raccontato di TheRuyi, il progetto a cui stanno lavorando in vista del lancio ufficiale previsto per il 1° dicembre.

Il Ruyi (che sarebbe poi il leggendario scettro che Marco Polo avrebbe consegnato al doge al suo ritorno dall’Oriente) è prima di tutto un gioco a cui partecipare armati solo di un quaderno - che fa da guida cifrata per recuperare l'antico scettro scomparso - e del proprio cellulare, indispensabile per decodificare il quaderno stesso inviando e ricevendo sms.

Insomma, una caccia al tesoro in piena regola attraverso i misteri e le leggende di una Venezia, è il caso di dirlo, "come non l'avete vista mai".
Un gioco. Ma anche un modo completamente diverso di fare turismo, di interagire con l'ambiente, di venire a conoscenza di luoghi e voci (sono sessanta le storie raccontate nel quaderno del Ruyi) nascosti o dimenticati di una Venezia, incredibilmente, "solo per pochi intimi".

Il 1 dicembre 2007 cinquecento “eletti”, suddivisi in coppie, partiranno alla ricerca dello scettro tra le calli e i canali della più bella città del mondo. Per poter essere tra questi bisogna intanto lasciare la propria mail al sito di TheRuyi.

Io ci sarò.
Con Lara e il Corto.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Davide,

ogni tanto stacco gli occhi dal monitor di sinistra e li butto su quello di destra (l'emisfero intuitivo, analogico, non verbale), dove c'è anche la mia sentinella rss che ogni tanto mi avvisa dei nuovi arrivi (e quelli che portano la tua livrea hanno precedenza nelle mie sale imperiali).

Questa storia della caccia al tesoro in giro per Venezia (il paese che più adoro), mi intrippa troppo.

Mi ricorda qualcosa di simile, molti anni fa ai tempi dell'università. Al tempo era incentrata su Sherlock Homes.

Bella la dimensione ludica in Real Life.

Come si faceva quando eravamo bambini e si poteva ancora giocare per la strada...

gil

Dalomb ha detto...

Il tuo richiamo alla Real Life, ovviamente mi riporta al "gioco" online che va per la maggiore in questi ultimi mesi: Second Life.

Parlandone, dico spesso che molta gente si appassiona di SL in maniera quasi ossessiva per un motivo molto semplice: per alcuni (forse molti) qualla seconda vita è decisamente migliore della prima.

Più creativa, più avventurosa (almeno negli incontro), più elegante (abitare in un castello - anche se virtuale - è decisamente meglio che in un appartamentaccio di periferia), più ricca di opportunità. Ecc. ecc.

La cosa ovviamente fa pensare. Forse dovremmo cambiare qualcosa nella nostra REAL LIFE. Renderla magari un po' meno opulenta e sicura (quanto noiosa) cercando, senza chissà quali pretese, di modificare il nostro modo di esperire la realtà giorno per giorno.

Io prendo theruyi così, come un'immersione in una "differenza possibile".
Anche se solo per un giorno.