Pubblico qui di seguito la traduzione di un ampio stralcio di un post di un blog che reputo molto interessante. Riguarda zooppa e ne avevo già accennato qui. Misteriosamente, ora l'articolo è scomparso. Ragione in più per riportarne alcuni parti in italiano.
Si parla spesso di qualità “compromessa” dal progressivo imporsi nell’universo della pubblicità dei cosiddetti amateurs, dilettanti in competizione coi professionisti. Che ne sarà della pubblicità come arte? Come tracciare i confini che definiranno in futuro “chi deve fare cosa”? Una delle ultime realtà del crescente-etereo-indefinibile mondo del Web 2.0 rende tutto questo discutere terribilmente fine a se stesso. Ci riferiamo a Zooppa: un social network, fondato su un meccanismo di gare che mettono in contatto aziende con utenti desiderosi di creare video e condividere idee pubblicitarie. Potrebbe anche non essere quella “rivoluzione” che zooppa afferma di voler essere, ma di sicuro è un’alternativa al tipico modo di fare pubblicità.
Zooppa interviene con il ruolo di intermediario amico tra clienti/creativi e le aziende.
Autoproclamatasi “la prima start up italo-americana della pubblicità, è l’energico, felice tentativo di creare un nuovo canale pubblicitario incubato dall’italiana H-Farm, la cui “H” sta per “Human”, (situata nei pressi di Treviso), un vero centro per la ricerca e l’innovazione in campi tecnologici e mediatici.
Zooppa – il nome è una combinazione di “soup” e della sua traduzione italiana zuppa – fa da tramite alle aziende che vogliono beneficiare del potenziale che una community come questa può generare ospitando delle gare dove gli Zoopper – una parola di fantasia per gli utenti registrati, diventata comunque veritiero vocabolo nell’universo linguistico del sito – possono contribuire con video, sceneggiature o idee poi votate dalla stessa crescente popolazione di zoopper.
Il più votato riceve un premio (reso noto all’inizio) che può variare da US $ 1 fino a US$ 8,000. Da tener presente che la moneta viene chiamata Zoop$ , ma diversamente dal denaro del Monopoli il valore di scambio è 1:1 ed è possibile incassare nel caso in cui si sia raggiunta una cifra di almeno 1000 Zoop$.
Ciò che non ho ancora compreso, forse non c’è nulla da comprendere, è cosa succede al video vincente. Non ci sono promesse di contratti televisivi o web galleries.
I vincitori e l’azienda sono semplicemente soddisfatti del processo e della potenziale fama.
Ciò che stupisce è il fatto che tutto questo possa essere ancora oggetto di accuse di speculazione e di sfruttamento da parte di coloro che si sentono offesi o minacciati da esperienze di questo tipo.
Eppure Zoppa è qualcosa di diverso. Non esiste infatti solo per ospitare gare e passare soldi da una mano all’altra trattenendone un po’ nelle proprie. Zoppa è totalmente concentrata sul processo e sull’attivazione della propria community.
Tutto questo lo testimonia un tizio, un capellone, che parla con un pesante accento americano conosciuto con il nome di BigZooppa.
BigZooppa non è solo il volto del sito, ma è anche il più efficiente Art Director che io abbia visto da molto tempo a questa parte. Egli organizza ogni gara – e non ce ne sono molte in modo da dare peso alla qualità piuttosto che alla quantità – con un unico video per ogni cliente che funziona come un brief animato e carico di caffeina (fortunatamente è possibile anche scaricare delle istruzioni da leggere per proprio conto senza alcuna voce invasiva).
A questo punto possiamo decidere se creare un video e inviarlo (questa è senz’altro l’opzione più divertente) o in alternativa proporre delle idee su quali altri possono lavorare.
Una caratteristica che ci conferma come Zooppa stia facendo qualcosa di unico.
La fase di ideazione di ogni progetto può essere la più ardua ma è proprio questa che distingue il grandioso dal grande.
Mi rendo conto che questo non sia un processo rigoroso ed alcune delle idee non si possono definire innovative.
Così come è altrettanto vero che è difficile trovare creativi disposti a mettere in piazza le proprie invenzioni e intuizioni. Al contrario essere discreti e protettivi è l’unico modo per mantenere un vantaggio sulla concorrenza.
Zooppa, rendendo disponibili simili strumento come, appunto, di solito non accade, rende ovvia l’intenzione di distinguere questi “temuti dilettanti” dall'universo dei professionisti.
E’ abbastanza singolare, ma proprio per questo atteggiamento rilassato, percepiamo Zooppa come non pericoloso. Piuttosto: decisamente divertente.
Durante un weekend un mio amico, che di tanto in tanto fa il programmatore, mi ha inviato una mail su Zooppa . Nonostante non avessi molto tempo libero, ho trascorso quasi l’intero pomeriggio sul sito.
Il contenuto di Zooppa risponde a reali necessità di reali aziende, attraverso la sempre più evidente affermazione: “La gente vuole creare, ha solo bisogno di una scusa per farlo”.
Il contesto forse non è ideale, il processo difettoso e il risultato magari al di sotto della norma, ma qui si può vivere un’esperienza di creatività generosa – sicuramente alimentata dalla possibilità di fama virtuale e di un migliaio di dollari come ricompensa – che dovrebbe però essere incentivata, apprezzata, di sicuro non messa ai margini e temuta.
Le gare, nella loro miriade di forme hanno trasformato la creatività in uno sport competitivo dove le persone hanno voglia di partecipare.
E’ inevitabile, siamo in un’epoca dove ciascuno di noi ha voglia di mettere in mostra se stesso e le proprie capacità.
Le gare allora, sono solo una buona scusa.
7 commenti:
"La gente vuole creare, ha solo bisogno di una scusa per farlo ecco...è questo avere bisogno di una scusa che mi rattristisce un poco. Nel post su Ninja non volevo attaccare nessuno se non l' amor proprio del creativo, forse, se non il mio amor proprio,che non sono creativa, am che spesso preferisco avere bisogno di una scusa piuttosto che rimboccarmi le maniche e autopromuovere la mia vita.
Atarashi Kotoba
Ma perché scusa, la "scusa" ti mette tristezza? Tutti abbiamo bisogno di una motivazione - spesso del tutto occasionale - per creare qualcosa, per uscire dalla pigrizia della quotidianità. Un concorso per corti, ad esempio, perché non deve stimolarmi a realizzarne uno? L'arte (o qualsiasi altro tipo di comunicazione) fine a se stessa non esiste, esiste sempre un "altro" col quale cercare di mettersi in relazione. Da sempre, le "scuse per" muovono il mondo, in ogni direzione. Non ci vedo tristezza, ma solo carburante per la nostra esistenza. Ciao
è molto bello quello che hai scritto su, grazie
Si, probabilmente lo e
leggere l'intero blog, pretty good
molto intiresno, grazie
@anonymous. Haven't you nothing better to do than leaving silly and useless comments on my blog?
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