mercoledì 1 giugno 2011

The big circus

Dopo la vittoria, su Repubblica di oggi (pag 12), i nostri eroi (stanchi) preparano le grandi strategie per il futuro:

E sulla questione delle alleanze, decisiva per chiudere con il berlusconismo, anche Massimo D’Alema individua nella “formula Macerata” (da Sel all’Udc) una buona strada e aggiunge: «Puntiamo a un’alleanza che vada oltre il centrosinistra». Si appella al senso della disciplina (quello che l’Unione non ha avuto), e a chi fa osservare che Di Pietro tanto disciplinato non è, risponde: «È stato un ministro estremamente disciplinato da lui nessun intralcio al governo Prodi». Il modo più limpido per uscire dalla crisi sarebbe andare alle urne - osserva il presidente del Copasir - e «se fosse possibile cambiare una legge elettorale... ma non siamo al pozzo dei desideri». Non si fa illusioni neppure Bersani: «Siamo pronti a discutere con tutti ma sono pessimista...». Sul tavolo c’è anche il tema delle primarie e della premiership. Scuoteranno le opposizioni? Il segretario democratico derubrica le polemiche: «Sì alle primarie, ma non come automatismo: la politica deve valutare caso per caso». E a proposito della sua candidatura ammette: «Io ci sono, oggi mi sento più forte, ma non mi metto davanti al progetto. Se vogliamo uscire dal berlusconismo non dobbiamo scimmiottarlo».

The Big Circus


Sempre su Repubblica, "risponde" loro Michele Serra su L'amaca. 

Il centrosinistra non è la somma (variabile) dei partiti che lo compongono. È molto di più, qualitativamente e (soprattutto) quantitativamente. È la somma dei cittadini italiani disposti a votarlo, ai quali importa nulla se il candidato è del Pd, di Sel, dell’Idv o altro: basta che sia un candidato credibile, e che sia scelto con le primarie, e sarà il candidato di tutti.
Questa, in sintesi, è la lezione di questo fantastico voto. Ora si tratta di capire se i leader hanno fatto lo stesso salto di qualità dei loro elettori. O se qualcuno ha ancora intenzione di mestare nel fondo disseccato della vecchia politica, pasticciando con accordi di vertice, patti opachi, spartizioni di potere, furbate tattiche, sgambetti reciproci tra i dinosauri della nomenklatura. Costoro, se come Berlusconi non hanno avuto il tempo per stabilire la data del loro funerale, facciano almeno lo sforzo di stabilire la data della loro resa incondizionata alla volontà del loro stesso popolo. Mettano i loro incarichi, le loro fondazioni, le loro logore reputazioni di ex strateghi a disposizione del movimento, evitando di disturbare chi ha vinto e scoprendo — meglio tardi che mai — il piacere dell’umiltà. Lavorino per gli altri e non per se stessi. La smettano di spiegarci che cosa dobbiamo fare. E ci chiedano: “Che cosa vi serve?”

Per dire, come è ben centrato il centro-sinistra...

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