Per chi ancora - tra i giovani creativi di zooppa e non solo loro - guarda al "passaggio in televisione" come il traguardo più ambizioso da raggiungere, segnalo un articolo uscito oggi su Repubblica Affari&Finanza che non fa che ribadire quello che ripeto come un disco rotto da tempo: "il futuro dell'adv è online" (e sai che "genio", nel comprenderlo...).
Nessuno nega che oggi il palcoscenico televisivo (anche perché molto più concentrato/limitato nell'offerta per quanti canali il satellite possa mettere a disposizione) sia il medium che offre maggiore visibilità, ma per quanto tempo ancora?
Ecco il testo integrale del pezzo firmato da Daniele Autieri:
"Internet "scippa" il prime time alla televisione"
I sorprendenti risultati di uno studio della Online Publisher Association, che riunisce gli editori che operano sul web: ben il 67% degli intervistati dichiara di mettersi online proprio nelle ore serali dedicate per tradizione al tg. L’informazione balza non a caso al primo posto fra le richieste.
Il tubo catodico cede il passo alla banda larga. Così come il vecchio stereotipo del padre di famiglia che, tornato a casa dal lavoro, siede di fronte alla tv per sorbirsi la razione quotidiana di informazione viene superato dall’immagine del professionista di oggi che, alla scatola a colori, preferisce Internet e la rete. È questo il dato più sorprendente che emerge dalla ricerca commissionata dalla Online Publisher Association (OPA), l’Associazione degli Editori che operano sul web e di cui fanno parte i maggiori gruppi presenti sul mercato, dal Financial Times a Le Monde, da El Pais allo Spiegel, dall’Espresso a Rizzoli.
L’indagine, svolta in Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Spagna e Svizzera analizza il consumo di internet, televisione, radio, giornali e periodici, puntando il dito proprio sul dato più significativo: nel corso della prima serata, da sempre una fascia oraria dominata dalla televisione, si verifica un picco di utenza della rete. Il 67% degli intervistati ha infatti ammesso di utilizzare internet la sera, rispetto al 44% di tre anni fa. «La ricerca – commenta Koro Castellano, presidente di OPA e direttore generale di ElMundo.es – evidenzia un maggiore ricorso al web durante le ore lavorative, ma ciò che davvero sorprende è il suo utilizzo anche in prima serata, rimasta finora territorio inviolato della televisione».
Questo picco segue ovviamente il prime time della navigazione nel web, circoscrivibile al lasso di tempo che segna la giornata lavorativa. L’84% degli intervistati è online nelle prime ore della mattina, rispetto a una media giornaliera del 73%. E proprio le modalità di accesso alla rete scandiscono i vari momenti del giorno e influenzano l’interesse degli internauti: dalle 9 alle 12 è il momento di maggior fruizione delle news online, tanto delle locali quanto delle internazionali, mentre il periodo che va dalle 19 alle 23 viene sfruttato soprattutto per scaricare musica, concludere acquisti e pianificare le attività serali o del weekend. Una spartizione dell’interesse nell’ambito della quale si conferma comunque il massimo di attenzione concentrato nelle ore del mattino, quando si registra il momento più caldo per le connessioni e di conseguenza più interessante a livello pubblicitario. Il pubblico che frequenta il mondo virtuale in questa fascia oraria è infatti in media costituito da individui intorno ai 35 anni, generalmente uomini, affluenti e con un alto grado di istruzione.
La maggioranza relativa, il 30%, considera la rete un veicolo di pubblicità di particolare interesse; per il 49% le inserzioni sul web sono ricche di informazioni, rispetto al 19% che preferisce quelle sui giornali; mentre quasi la metà degli intervistati è convinta che la pubblicità online li aiuti a decidere cosa acquistare. Questo perché le sponsorizzazioni presenti sul web vengono viste come innovative, moderne ed efficaci, soprattutto quando appaiono su siti prestigiosi. «In Europa – continua Castellano – la pubblicità online è ormai accettata dal pubblico in modo assai diffuso, viene considerata importante, ed è sempre più spesso usata come punto di partenza per le decisioni di acquisto». Secondo la ricerca il 67% degli europei preferisce ricorrere alla rete per informarsi sugli ultimi prodotti perché percepisce il web come il luogo virtuale dove crescono e si diffondono le nuove tendenze.
Una relazione, quella tra l’individuo e il web, che si intreccia nell’ambito lavorativo quando gli accessi sono più frequenti e il ricorso alla rete praticamente costante. Ben il 95% degli italiani conferma di avere una serie di indirizzi web che regolarmente visita nel corso delle ore di lavoro; per l’80% degli intervistati internet ha addirittura accresciuto la produttività lavorativa, rappresenta il modo più efficace per avvicinarsi alle novità tecnologiche, ma soprattutto è lo strumento preferito per accedere all’informazione e all’attualità. Così, mentre per rispondere a questa crescente domanda i grandi produttori di contenuti da Viacom all’Abc stringono accordi per rendere visibili i programmi televisivi su Internet, i protagonisti industriali della rete come Apple e Sony stanno studiando il modo di portare i contenuti digitali in televisione, con l’inevitabile conseguenza che si dirà presto addio al telecomando.
1 commento:
Leggendo il tuo post, la prima e più grossa differenza tra rete e tv che mi salta al cervello è che la tivvù è generalista, ed ha palinsesti studiati da professionisti del settore (o presunti tali). Generalista in fin dei conti vuol dire provare ad accontentare tutti e nessuno, con Formats spesso vecchi di anni e riciclati. Internet al contrario, NON ha palinsesti imposti da altri che non sono gli utenti, ma è on-demand per definizione. I "contenuti" li fanno gli utenti si potrebbe dire, scegliendoli, ma col Wweb 2.0 la frase diventa letteralmente vera.
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