Francesco De Gregori in una recente immagine tratta dal suo sito ufficiale |
Più o meno come si vede nelle immagini sotto.
Anche se - per me - non era il '56, ma il periodo a cavallo tra i Settanta e gli Ottanta.
A Berlino |
A Roma (in gita, come giusto) |
bello sguardo da incrociare,
sarebbe bello una sera doverti riaccompagnare.
Accompagnarti per certi angoli del presente,
che fortunatamente diventeranno curve nella memoria.
Quando domani ci accorgeremo che non ritorna mai più niente,
ma finalmente accetteremo il fatto come una vittoria.
Non posso negare però un lieve riflusso del cuore guardando la foto pubblicata nell'articolo che ha dato origine a tutto questo. E' la copertina dell'album del 1978: "De Gregori". Quel ragazzo che calcia il pallone giocava per un'intera generazione. E chissà se allora lui lo capiva.
Ma il gioco della memoria finisce qui. Perchè nel già citato articolo (sempre lo stesso, sempre quello che ha dato origine a tutto questo), l'autore, Marco Lodoli (uno che col '56 c'entra davvero), non si balocca affatto tra le curve della memoria ma, semmai, accompagna il lettore in certi angoli del presente.
Che poi, ancora, sono anche i miei.
Visto che parla dell'unico che riconosco come erede assolutamente contemporaneo della tradizione (tu sei un, ah, ah, cantautore...): Vasco (non quello Nazionale, che non ho mai sopportato, ma Vasco Brondi, meglio noto come Le luci della Centrale elettrica).
Lavarsi i denti con le antenne della televisione
ho abbassato le saracinesche dei negozi sui miei occhi
con le nostre discussioni serie
si arricchiscono solo le compagnie telefoniche
Uno che sa raccontare benissimo il nostro tempo.
E probabilmente, per quel che ne posso capire io, la sua generazione.
E' vero, non ritorna mai più niente, ma per fortuna comincia sempre qualcosa.
Vasco Brondi in una foto di Ilaria Magliocchetti Lombi |
3 commenti:
questo brondi l'ho sempre evitato. ma io sono notoriamente isolazionista e mi allontano istintivamente da chi fa parte della mia generazione. invece nell'ultimo anno sono diventato un fan di de gregori. il mio album preferito è "buffalo bill", tutte canzoni meravigliose. oltretutto onore al de gregori fumatore: l'ho visto l'altra sera nello studio di repubblica tv che fumava durante l'intervista. non si vedeva qualcuno fumare in tv credo dalla fine degli anni 80.
Ogni tanto dovresti tornare in continente, perché su Brondi sbagli. Trovo che sia grande (per ora, poi vedremo nel tempo). E perché mi piaccia un ventenne ce ne vuole...
De Gregori è uno che ormai, fortuna sua, se ne può sbattere di tutto. E fa bene. L'ho visto una volta su La7 che sfanculava il modo in cui Piroso (mi pare fosse lui) aveva fatto montare delle immagini celebrative del Belpaese sulla musica di "Viva l'Italia". A De Gregori non era piaciuto per niente e, con antipatia vera, l'ha detto lasciando interdetto il giornalista e tutto lo studio. Non si fa, non si fa....
Buffalo Bill è un album favoloso ma io resto più legato a Rimmel. Che vuoi: curve della memoria (personale).
a proposito, ieri sera hanno cantato assieme!
comunque nell'articolo c'è scritto "ci somigliamo", ma è un'invenzione giornalistica: ho sentito de gregori in un'intervista in tv dire (testuale) "non mi pare che io e vasco brondi ci somigliamo".
comunque anche per me, nel mio piccolo, buffalo bill è legato alla memoria, perchè era un disco che sentivano i miei quando ero bambino e a me colpiva il verso "il mio amico culo di gomma" (perchè diceva culo). poi circa 18 anni dopo ho scoperto l'album intero e tutte le altre meravigliose canzoni (atlantide, ninetto e la colonia, il disastro aereo sul canale di sicilia, ipercarmela, tutte stupende)
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