Accade al largo delle coste di Rimini, a 11 chilometri e 500 metri dalla battigia per la precisione, abbastanza lontano da non avere fastidi da parte di qualche Stato sovrano di più lunga tradizione, in primis l’Italia. Sulla quale peserebbe, fa intendere il protagonista di questa storia, la “poco lusinghiera” non belligeranza a fianco del fronte antinazista. Perché l’ingegnere Giorgio Rosa, il suddetto protagonista, classe 1925 e un arruolamento nella Repubblica Sociale Italiana dopo l’armistizio di Cassabile e la nascita della Repubblica di Salò il 23 settembre 1943, culla il sogno di abbandonare il tricolore.
E arriva a sfiorare l’obiettivo il 1 maggio 1968, quando ha luogo la cerimonia di costituzione della neonata Isola delle Rose, Stato indipendente (almeno nelle intenzioni) festeggiato sulla piattaforma di recentissima costituzione da sei professionisti e dalle rispettive famiglie, riuniti all’ora di pranzo intorno a una tavola imbandita stile banchetto nuziale. Tutti ignari che in brevissimo tempo quell’oasi in mare aperto si sarebbe inabissata a forza di esplosivo".
Leggi tutto l'articolo su Il Fatto Quotidiano.
Nessun commento:
Posta un commento